Il desiderio di morte non è deprecabile né disonorevole.
Non denota codardia né negligenza; non dimostra incoscienza né sconsideratezza.
Il voler morire, paradossalmente, può essere invece uno slancio energico, vibrante e coraggioso (cor-agire: agire con il cuore) di radiosa vitalità. Una forza prorompente capace di frantumare il giogo della mente e di proiettarti nella vita reale... Finalmente!
Occorre però comprendere che ciò che deve morire non è di certo il corpo fisico (quello si disgregherà a suo tempo in accordo con la propria natura), ma soltanto l'identificazione con la propria personalità, che altro non è che un'accozzaglia di condizionamenti e di limitazioni psichiche disorientanti.
Quello che deve morire è il falso, il vecchio, l'illusorio...
Allora ciò che non conosce morte né nascita potrà manifestarsi pienamente attraverso il "tuo" essere ed il "tuo" agire.
Siete pronti per la Nigredo?
Siete pronti per l'Opera al Nero?
Giuseppe Delang Paterniti

