Esercizio 'TaoLab' per uomini e donne dai buoni propositi:
riconoscere la propria avidità (o meglio riconoscere di essere avidità!).
L'avidità non è solo la semplice brama di denaro o potere. È una pulsione costante e irrefrenabile (almeno per chi non ne è cosciente) che spinge l'individuo ad avere sempre di più, in qualsiasi campo o piano della propria esistenza.
Ciò che si possiede non basta, ciò che si è non basta, ciò che si fa non basta.
Occorre, quindi, avere più attenzioni, più considerazioni, più successo, più 'amore', più sesso, più riconoscimenti, più soddisfazioni e, così, all'infinito.
L'avidità è sempre accompagnata da giustificazioni di ogni tipo: 'ho diritto ad avere questo', 'non è giusto che io non abbia quello', 'così non va bene'.
Ed è così che la realtà, agli occhi di chi si trova in tale penosa circostanza, si deforma orribilmente e diviene ingiusta, scorretta, minacciosa e cattiva (qualcuno crede ancora che esista una realtà, lì fuori, separata da noi stessi?!).
In verità, l'avidità è il tentativo inutile di nutrire qualcosa che, ahimè, non sarà mai sazia: quella struttura psicologica (o meglio quel fascino di condizionamenti) che chiamiamo 'io' e con il quale ci si identifica.
L'essenza dell'ego è paura e desidero (che diventa avidità). Occorre sempre tenerlo ben PRESENTE.
E allora divertiamoci a scovare le mille sfumature della nostra avidità! Proviamo a riconoscere ogni movimento del pensiero, ogni iniziativa ed ogni azione rivolta a soddisfare quell'unico strano ed infelice animale che non conosce sazietà. Soltanto la conoscenza di sé, dei propri meccanismi ed automatismi, della propria falsità e inconsistenza potrà finalmente mettere fine a questa condizione che, permettetemi, è una vera e propria malattia (seppur normalizzata!).
Praticate l’esercizio di auto-osservazione per dieci giorni.
E non disperate! Il laboratorio 'TaoLab' riapre finalmente i battenti dopo la pausa estiva!
Nell'immagine: Ego Death Grip by FrankHelierArt